"Sorprendente" e "raffinato" per le prospettive originali che introduce,
così si esprimono i curatori della prefazione e dell'introduzione, il
libro di Luigi Campagner, psicoanalista e formatore dal corposo curriculum
di consulenze e conferenze per operatori dell'infanzia e genitori, ha
i piedi ben piantati nell'esperienza quotidiana, addirittura spicciola,
dei rapporti che si generano nei servizi per l'infanzia, non meno che
tra le mura domestiche. Il tema e quello delle fiabe e il contesto è quello
della relazione competente tra l'adulto e il bambino. Promosso dai Servizi
per l'infanzia del Comune di Lecco,
Fiabe per …Pensare è
un libro al servizio della relazione, uno strumento davvero efficace ed
utile che mentre introduce pensieri innovativi e stimola modalità relazionali
improntate alla cura e alla valorizzazione della competenza del bambino,
sa raccogliere, valorizzare e guidare le domande e le esperienze di operatori
e genitori. Questi ultimi per l'importante contributo offerto Alla genesi
del libro (almeno in alcune sue parti) assurgono al ruolo, non fittizio,
di suoi co-autori. "Forse non a caso il primo merito di questo libro risiede
nel modo in cui è stato costruito: esso stesso è infatti il punto di arrivo
cui si giunge dopo la stazione intermedia rappresentata dalla trascrizione
di conversazioni svoltesi tra l'autore e un uditorio che lascia traccia
di sé, in queste pagine, attraverso gli interventi, le osservazioni e
le domande che intercalano le parti espositive…." (
dalla prefazione
di Pietro R Cavalleri, Psichiatra, psicoanalista, docente a.c. di psicopatologia
speciale all'Università dell'insubria di Varese ).
Il libro offre così a un pubblico più vasto - certamente interessato
e coinvolto come quello che ha partecipato alle conferenze - uno sguardo
inedito sulle fiabe, che consente di scoprirne, assieme alle inedite interpretazioni,
le opportunità che esse offrono nella relazione con il bambino. Tra i
tanti aspetti significativi proposti nel libro Marina Panzeri, psicopedagogista
responsabile dei Servizi per l'infanzia del Comune di Lecco e curatrice
con l'assessore Carlo Invernizzi dell'introduzione, ne pone in risalto
i seguenti: "Il primo è che le fiabe sono un atto di stima nei confronti
del bambino, come i rebus lo sono nei confronti dei loro lettori. (…)
La fiaba ha stima dell'ascoltatore/bambino perché non esita ad offrirgli
trame complesse e personaggi differenti nella consapevolezza della sua
abilità nel cogliere i suggerimenti (e gli avvertimenti) che gli avvenimenti
descritti mostrano. Il secondo aspetto da sottolineare è rappresentato
dall'invito a vedere la fiaba non come uno schema "cristallizzato", ma
come uno strumento utile e prezioso che inerisce i diversi aspetti della
vita: dai più piacevoli (gli amici, gli aiuti, le vittorie) a quelli più
difficili, che di solito gli adulti tendono a tenere celati perché inquietano.
Mentre nella vita, nella realtà, insieme alle presenze buone e alleate
con il bambino, ci sono anche presenze malvagie, cattive, ostili come
si racconta in Pollicino o in Hansel e Gretel. Colpisce molto il suggerimento
di non essere complici dell'ingenuità del bambino, ma di raccogliere l'opportunità
vantaggiosa che offrono le fiabe di essere realisti, perché le difficoltà
ci sono e i bambini devono esserne avvertiti. Questo consente di dire
al bambino che ci sono gli aiuti, le persone che collaborano, ma che si
incontrano anche gli ostacoli e un primo modo per affrontarli è saperlo.
È un consiglio che va in controtendenza rispetto al modo odierno di concepire
la relazione con il bambino che implicitamente stima così piccole le sue
capacità da volerle preservare e proteggere ad ogni costo, con il rischio
di non metterle in azione e di non stimolarle".
Anche Pietro R Cavalleri, mette in risalto il continuo rincorrersi nel
libro di situazioni fiabesche e legate alla vita reale: "Questo lavorio
di continua ripresa, di passa-e-ripassa sull'intreccio della fiaba facendo
la spola tra il testo di questa e il testo della vita, consente a poco
a poco di raccordare e mettere a fuoco la giocosità e l'improbabilità
dell'una con la drammaticità e la decisività di cui l'altra è intessuta,
fino a fare della prima il banco di prova della seconda, un saggio degli
ostacoli di cui è disseminato il cammino e delle soluzioni che debbono
essere inventate (sia nel senso etimologico dell'invenio, del ritrovamento,
sia nel senso della costruzione ex novo) per non smarrire l'orientamento
della propria rotta nella vita.
Il libro, aggiunge ancora Pietro R Cavalleri, oltre ad essere una viva
documentazione dell'origine sempre dialogica di ogni orientamento individuale
e di ogni sapere possibile sulla realtà (…) propone le proprie tesi suddividendo
il materiale in due distinte modalità che si compenetrano nel seguito
delle pagine: la prima è costituita da alcune argomentazioni di fondo
che tendono a illustrare la posizione infantile, in particolare l'atteggiamento
realistico del bambino, il suo agire in senso economico, vale a dire perseguendo
il vantaggio; la seconda consiste nel commento interpretativo di alcune
fiabe, che documentano un lavoro in progress.
"I pensieri e i suggerimenti che emergono nel lavoro dell'autore sono
stati colti dai servizi per la prima infanzia del Comune di Lecco in continuità
con l'esperienza di utilizzo della fiaba, e accolti perché aiutano a rivisitarla
e ancor più valorizzarla come modalità "convincente" di considerare la
relazione adulto e bambino.
Anche per gli operatori e le famiglie l'esperienza documentata da Fiabe
per…pensare, è stata una "raffinata" proposta di riflessioni percepite
come congruenti l'esperienza che viene proposta a loro e al bambino nei
servizi comunali per la prima infanzia che in questa direzione e con questi
obiettivi intendono continuare a lavorare ed investire.(dall'introduzione)"