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  APPROFONDIMENTI  
 

Presentazione di Enzo Catarsi
Inserita il: 03/04/2008

CONTESTO E RELAZIONI: EDUCATRICI E GENITORI NEI NIDI PISTOIESI
 
Autore: Nima Sharmahd, Tania Terlizzi, 
2008
...
Il coraggio dell’utopia è elemento proprio del lavoro del pedagogista e mi fa dunque molto piacere che Nima Sharmahd e Tania Terlizzi abbiano voluto concludere questo lavoro con questo riferimento alla tensione, continua e stimolante, del lavoro educativo. Tale riferimento appare anche più congruo quando la realtà indagata è quella dei nidi di Pistoia, ormai riconosciuti a livello nazionale ed internazionale per il loro livello qualitativo ed in particolare per educare in maniera creativa e mai eguale a se stessa. Egle Becchi ha parlato, a proposito dell’esperienza pistoiese, di “pedagogia del buon gusto”. È affermazione da condividere, proprio perché coglie il clima in cui il lavoro della quotidianità educativa si svolge, con attenzione alla individualità delle giovani persone che di tali cure si avvalgono.

Tali risultati, d’altra parte, non sono il frutto estemporaneo di una stagione. Essi – come sempre quando i risultati sono radicati nella realtà – vengono da lontano e si legano a scelte politiche lungimiranti, fatte già all’inizio degli anni Settanta e poi mantenute costantemente da un ceto politico che ha sempre avuto a cuore lo star bene dei propri cittadini più giovani. Fra queste scelte preveggenti vi fu anche quella di istituire, già nella prima metà degli anni Settanta, la struttura del coordinamento pedagogico, poi incarnatosi antropologicamente nelle figure di Annalia e Sonia, a cui debbono gratitudine non solo i bambini e le famiglie pistoiesi, ma tutti coloro che – nell’intero nostro paese – hanno avuto a cuore le sorti dei più piccoli e lo sviluppo della pedagogia dell’infanzia.

Ecco dunque un ulteriore compiacimento per i risultati della ricerca che abbiamo realizzato nell’ambito del Master in Coordinamento pedagogico di asili nido e servizi per l’infanzia, promosso dalla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze e diretto da chi scrive, ma realizzato a Pistoia per avvalersi del sostegno educativo dei servizi educativi della città e sostenuto da Uniser, l’istituzione voluta dalle più importanti istituzioni cittadine e della provincia, con il sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Il tema dell’indagine è stato quello della relazione tra educatrici e genitori nel nido, sulla base di una ipotesi che è stata verificata attraverso strumenti sia di tipo quantitativo che qualitativo. Sono stati così somministrati questionari e realizzate interviste, da cui emerge un clima amichevole e di grande reciprocità. In effetti i nidi pistoiesi brillano per la loro capacità di accogliere e di ascoltare i genitori, così come si conviene ad un servizio che si caratterizza anche per l’essere un contesto di educazione familiare. In effetti a Pistoia è diffusa da tempo la consapevolezza che le diverse dimensioni di vita del bambino interagiscono fra loro e concorrono allo sviluppo in maniera integrata. Nello specifico della ricerca presentata in queste pagine, fra l’altro, viene ribadito come le relazioni tra educatrici e genitori siano efficaci per il “benestare” dei bambini e – sulla base di altre ricerche come quelle di Urie Bronfenbrenner – è facile scommettere sugli esiti positivi che tale esperienza potrà produrre anche sul futuro sviluppo intellettuale e socioemotivo dei bambini.

Negli anni più recenti, in effetti, e fortunatamente non solo a Pistoia, ci si è resi conto che le diverse modalità relazionali che caratterizzano i rapporti tra educatrici e genitori costituiscono un elemento di grande qualità e che nel nido “è presente una sorta di “valore aggiunto” sul piano educativo, costituito non solo dal sapere delle educatrici, ma anche da quello dei genitori ed in particolare delle mamme. Nello specifico l’acquisizione della prospettiva ecologica ha favorito il diffondersi della consapevolezza riguardo il ruolo dei genitori nello sviluppo dei piccoli e l’imprescindibile necessità di entrare in relazione con loro per meglio conoscere la storia personale dei bambini, con i loro ritmi di crescita ed i loro stili di apprendimento.

Appare infatti evidente la complementarità esistente tra la famiglia e l’asilo nido. Proprio per questo le educatrici pistoiesi, come emerge da diverse testimonianze, si sforzano di conoscere da vicino i genitori, ed in particolare cercano di capire gli stili genitoriali che essi esibiscono nella relazione con il bambino. Come scrive giustamente Annalia Galardini (Crescere al nido, Carocci, Roma, 2003, p. 160) “il nido e la famiglia si influenzano reciprocamente; gli educatori sono dunque parte di un sistema complesso e la loro azione educativa sarà tanto più efficace quanto più essi saranno in grado di leggere il comportamento del bambino all’interno del sistema familiare a cui appartiene. Per questo le relazioni con le famiglie non sono un accessorio, pur importante, da aggiungere al lavoro educativo, ma sono la parte più rilevante dell’intero progetto di un servizio per i bambini piccoli, il cui sviluppo non può essere accompagnato in modo efficace se non tenendo conto del contesto relazionale primario in cui è coinvolto”.

Tutta l’esperienza che il bambino vive al nido si configura, quindi, anche come attività di sostegno alla genitorialità, che si esplicita in particolare nei momenti dell’accoglienza e del primo ambientamento, così come nei momenti di colloquio, nelle riunioni e nelle feste. La comunicazione tra educatrici e genitori è, in effetti, essenziale e si rivela come un tratto qualificante del progetto educativo del nido pistoiese, che ai genitori presta attenzione costante, esplicitata nella quotidianità ed in modo originale con l’impegno ella documentazione, pensato, appunto, per costruire un “ponte” con i genitori. Questi ultimi, in effetti, ne sono consapevoli e se ne compiacciono, come emerge dalle parole di questa mamma, che dice riferendosi alle educatrici: “Loro fanno i cartelloni, poi il diario a fine anno. Poi ci sono delle schede settimanali per ogni bambino...
È bello perché noi non siamo lì con loro durante la giornata, e allora vedere le foto, vedere ciò che hanno fatto ci fa sentire un pochino come se ci fossimo stati anche noi”. È evidente la riconoscenza provata da questa mamme nei confronti delle educatrici, che, con il loro operato, concorrono anche a rassicurare e gratificare i familiari dei loro bambini. “Io – afferma un’altra mamma – mi ricordo che anche alla riunione di inizio anno ci hanno fatto vedere un filmino con i bambini dell’anno prima che giocavano al nido, e questo mi è servito tanto perché sentirti dire le cose è diverso dal vederle con i tuoi occhi”. È dunque con il lavoro costante e continuo, realizzato con modestia e senso di appartenenza, nella quotidianità che si ottengono risultati importanti.
E la realtà di Pistoia è lì ad insegnarci che è davvero possibile farlo.
 
     
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